Federico Zeri: uno studioso e la sua eredità
- associazione68
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Venerdì 4 aprile si è tenuta a Il Palmerino una conferenza sulla vita e l'eredità dello storico dell'arte e studioso Federico Zeri. L'evento è stato presentato da Andrea Bacchi, professore di storia dell'arte e direttore scientifico della Fondazione Zeri dal 2014.

Federico Zeri è nato a Roma nel 1921 ed è diventato una delle figure culturali più influenti del Novecento italiano. Zeri ha studiato storia dell'arte all'Università di Roma sotto la guida di Pietro Toesca, che ha segnato profondamente il suo percorso intellettuale. Tra i suoi allievi, Roberto Longhi e Bernard Berenson furono determinanti nel portare a termine la stessa missione culturale di Zeri. D'altra parte, Zeri era conosciuto come “un grande classificatore della storia dell'arte”, credendo fermamente che la storia dell'arte debba essere costruita su solide basi di dati. Sebbene non abbia perseguito ambizioni letterarie nella sua scrittura, la sua eredità scritta rimane tra le più influenti e informative, apprezzata per la sua chiarezza e le sue descrizioni precise. Zeri non scrisse molti libri, ma fu autore di un numero significativo di cataloghi di musei e collezioni, lasciando al futuro un sistema di storia accuratamente suddiviso secondo la sua visione.
All'inizio della sua carriera, Zeri ha lavorato presso la Soprintendenza alle Belle Arti di Roma e la Galleria Spada. Pur non essendo mai stato a lungo membro di un'università, Zeri continuò a lavorare come studioso indipendente. A partire dal 1948, fu in corrispondenza con il Metropolitan museum of Art di New York, richiedendo fotografie di opere italiane che potessero rappresentare un enigma per il mondo scientifico. Questa ricerca di risolvere i misteri della storia dell'arte era una grande emozione per Zeri, che si avvicinava alla storia dell'arte come un detective, mettendo insieme gli elementi mancanti e creando una narrazione più ampia dell'arte attraverso indizi accuratamente raccolti. Questa ricerca ha portato a una fruttuosa collaborazione con il Metropolitan Museum, per il quale Zeri ha scritto numerosi cataloghi dal 1971 al 1986 sulle collezioni di pittura italiana.
Nel 1984 Zeri si è guadagnato l'attenzione del pubblico dopo aver affermato con fermezza che le opere di Modigliani ritrovate a Livorno erano in realtà delle repliche. Ha inoltre identificato il San Giovanni del Bronzino, ha rivelato una copia dell'opera di Piero di Cosimo conservata agli Uffizi e ha distinto parti di tavole d'altare che erano state separate. In qualità di membro del consiglio di amministrazione del Getty Museum, Zeri ha sostenuto in modo controverso che la statua greca del Kouros, appena acquistata, fosse una replica del XIX secolo, il che rimane poco chiaro. Oltre a questo, Zeri è ricordato per la sua determinazione nel preservare il patrimonio culturale italiano, sostenendo pubblicamente la necessità di preservare il patrimonio artistico e la sua giusta posizione nella società, oltre che la sua collocazione. Ha donato sculture.

Zeri era noto per la sua ossessione per le fotografie, che selezionava e ordinava con un metodo accuratamente creato, classificandole per regione, artista, soggetto e altro ancora. Utilizzava queste fotografie non solo come uniche rappresentazioni di oggetti, ma anche come testimonianze delle vite e dei destini delle opere d'arte che incontrava. Ha lasciato all'Università di Bologna oltre 300.000 fotografie, 46.000 volumi di storia dell'arte e 37.000 cataloghi. La sua collezione è conservata presso la Fondazione Zeri, con sede nel convento di Santa Cristina a Bologna, che funge da polo centrale per le ricerche di storia dell'arte. La Fondazione, accessibile gratuitamente a tutti, conserva oggi oltre 500.000 fotografie di opere d'arte. Offre anche programmi educativi, tra cui corsi sull'archiviazione fotografica e una scuola estiva per aspiranti professionisti dell'arte.
Federico Zeri è morto nel 1998, pochi mesi dopo aver ricevuto la laurea honoris causa dall'Università di Bologna. La sua eredità continua a influenzare la scena artistica italiana e mondiale attraverso la sua Fondazione, così come il suo impatto su professionisti e intenditori.
Ksenija K.
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